Bisogna saper guardare in alto quando passate in terra di Francia, tra gli alti Pirenei, tra Saint Girons e Cauteret. Bisogna saper cercare da quelle parti il punto esatto dove Fabio Casartelli, oro olimpico a Barcellona 1992, decide il 18 luglio 1995, all’età di 25 anni, di lasciare questa terra per cercare nuovi orizzonti. Una caduta, come tante del Tour de France lo coinvolge. Fabio sbatte la testa violentemente. Non si riprenderà. Era professionista da due anni, aveva appena firmato per una buona squadra, aveva una carriera appena disegnata. Era la quindicesima tappa di un Tour maledetto dove, il giorno successivo, nessuno aveva voglia di correre: si pedalò soltanto. Senza fughe, senza foga. Compatti, avvolti nel silenzio dei ricordi. Al traguardo arrivarono affiancati tutti i ciclisti della Motorola, la sua squadra. Non vinse nessuno quel giorno, non era giornata per gioire. Due giorni dopo, all’arrivo della diciottesima tappa, Lance Armostrong, vincendo, alzò le dita al cielo quasi a cercare Fabio. Bisogna saper guardare tra le nuvole e il sole e capire, quando passate in terra di Francia, quanto di Fabio sia rimasto. E non è poco.
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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