Chiunque abbia letto almeno uno dei suoi libri sa per quale motivo sia ricordato (anche) come gastronomo. E i tantissimi fans del commissario Salvo Montalbano dovrebbero forse sapere che il loro detective preferito prende il nome proprio da Manuel Vazquez Montalban, morto oggi, diciotto anni fa, stroncato da un infarto nell’aeroporto di Bangkok.
Montalban nasce a Barcellona in anni difficili. Quando viene alla luce, nel 1939, suo padre, militante socialista, è in galera. Lo vedrà per la prima volta a cinque anni. Conoscerà a sua volta la prigione nel 1962, per il suo attivismo nell’opposizione al dittatore Franco. Scontata la pena di tre anni, si dedica al giornalismo e, alla fine degli Anni Sessanta, pubblica le prime raccolte di poesie.
Negli Anni Settanta prende forma il suo personaggio più celebre. L’investigatore Pepe Carvalho risolve casi intricati ma, allo stesso tempo, guida il lettore nella Barcellona che pulsa oltre le ramblas, raccontandone l’anima e le pietanze, attitudine che ha reso i libri della serie assolutamente imperdibili per chiunque ami conoscere una città attraverso la sua cucina. Un detective atipico e fuori dagli schemi, innamorato di una puttana e con il tic di accendere il fuoco del camino con le pagine dei libri, accuratamente scelti per l’occasione.
In realtà nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia.
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