Helmuth Ashley compie oggi cent’anni. E chi è, vi chiederete. Vi rispondo con un altro nome: Ispettore Derrick. No, non è l’attore protagonista del famosissimo sceneggiato ma il regista di ben 47 episodi (diretti tra il 1975 e il 1997) del poliziotto più “palloso del mondo”: ben 281 puntate dove la trama era sempre identica a se stessa. Però a me piaceva perché mi ricorda una certa storia accaduta nel 1975, proprio l’anno del debutto di Derrick in Italia sul secondo canale. Andava in onda verso le sette del pomeriggio e io avevo 16 anni, brufoli e capelli arruffati. Mi ero innamorato di Barbara, una ragazza della IIA, un piano sotto la mia IIIB. Bionda, minuta, silenziosissima. Abitava nel mio quartiere ma pareva sempre irraggiungibile. Le parole non funzionavano e neppure le poesie sdolcinate e crepuscolari che noi piccoli “intellettuali” eravamo abituati a scrivere con scarsissimi successi. I sorrisi rimbalzavano davanti al suo sguardo severo ma che io, cretinamente innamorato, vedevo come qualcosa di sublime. Non amava i fumetti e non leggeva libri. Studiava quasi sempre da sola ed era abbastanza brava. Fu la professoressa di storia che, un giorno, ci divise in gruppi per una ricerca, credo sul medio evo e i comuni. Insomma, io avevo l’enciclopedia a casa e proposi al mio gruppo (eravamo forse quattro, cinque persone) di effettuare la ricerca da me. Tutti acconsentirono. Anche Barbara. Leggemmo e cercammo molte fonti tra qualche risata e bevute di aranciata poi la serata volgeva alla fine. Solo a quel punto Barbara mi chiese: “Ma tu lo guardi Derrick?” Non sapevo neppure chi fosse e Marco aggiunse: “Ma chi, quell’ispettore tedesco con la faccia da scemo?” Lo fulminai: “Amo Derrick” dissi subito e accesi il televisore. Finimmo da soli a guardarci la puntata pallosissima ma con il mio cuore che faceva “bum bum bam bam” e, grazie a Derrick, baciai Barbara.
Auguri Helmuth Ashley a zent’anni a cominciare da oggi. Girare Derrick è stato importante. Almeno per me.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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