Sono nato il 17 maggio del 1971. Del giorno del mio primo compleanno non posso ovviamente ricordare nulla. L’unico appiglio per la memoria è una foto, coi colori vividi delle foto di quegli anni, in cui sono vestito a festa, in mezzo alle facce raggianti di padrini, madrine, genitori e parenti. Forse c’era anche la torta, ma non sono sicuro. Anni dopo, quando ho iniziato a interessarmi della storia recente d’Italia, quel 17 maggio del 1972 ha smesso di essere il giorno del mio primo compleanno. Quel 17 maggio del 1972 per me è il giorno della barbara esecuzione del commissario Luigi Calabresi. Ho letto quanto possibile su quell’assassinio ma in particolare ciò che resta di quel giorno a Mario, il figlio del commissario, oggi grande giornalista. Era poco più di un neonato, eppure è sicuro di ricordare qualche gesto affettuoso del padre, qualche attimo di vita condivisa. Tra tutti gli orrori del terrorismo, il sangue di quel padre falciato su un marciapiede mi è sempre parso inspiegabile. Mi resta inspiegabile che un padre venisse strappato al proprio figlio, nello stesso giorno in cui io festeggiavo il mio primo compleanno, protetto dall’affetto dei miei genitori.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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