Provate a vivere le vostre emozioni in bianco e nero ed immaginate che le immagini siano solo quelle: toni di grigio davanti agli occhi. Perché questa è stata la nostra infanzia e prima adolescenza: da Rin Tin Tin a Furia, da Braccobaldo Show a Belfagor, passando per Gianni ed il magico Alverman. Tutto, rigorosamente in bianco e nero. Sino al 17 luglio 1976 quando, in occasione dell’apertura della XXI Olimpiade di Montreal, in Canada, la televisione italiana, scegliendo il sistema PAL (e non Secam) cominciò a trasmettere le prime trasmissioni a colori. Fu un timidissimo passo verso quella che sarebbe divenuto, negli anni successivi, lo strumento mediatico più utilizzato da tutti. Eppure, all’inizio ci furono discussioni anche feroci sul passaggio dalla televisione in bianco e nero a quella a colori. Addirittura l’ala comunista era decisamente sfavorevole, non tanto per quello snobismo intellettuale che ha sempre contraddistinto la “gauche”, quanto perché si era in un periodo difficile, di “austerity” e la televisione a colori era un lusso che si sarebbe permessa solo la media borghesia. Discorsi che a rileggerli con gli occhi odierni fanno davvero sorridere e mettono molta malinconia. Personalmente la Tv a colori arrivò nella mia casa solo qualche anno dopo quando, timidamente, cominciavano a trasmettere anche le televisioni locali. Ricordo uno dei primi programmi prodotti interamente a colori: era “Odeon, tutto quanto fa spettacolo” trasmesso dalla seconda rete (la terza ancora non esisteva). Insomma, per chi è convinto che tutto sia a portata di telecomando o di “touch” sappia che il colore nella nostra televisione ha soltanto 39 anni.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Povera Patria. (di Giampaolo Cassitta)
31 luglio 1979, in mezzo al mare nasce Andrea (di Francesco Giorgioni)
Temo le balle più dei cannoni (di Cosimo Filigheddu)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Elisa o il duo Mamhood &Blanco? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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