Ma com’è che il Belgio, paese relativamente insignificante, se paragonato alle grandi potenze coloniali europee dell’epoca, riuscì a sottomettere il Congo e a farne una colonia? Com’è stato possibile che un piccolo Stato europeo nato quasi per caso, estrapolato dal raggruppamento dei Paesi Bassi dopo la battaglia di Waterlooo, abbia potuto controllare un territorio sconfinato dell’Africa, grande quanto l’Europa occidentale, ricchissimo di risorse e dalle potenzialità sconfinate?
L’uomo che ha reso possibile tutto ciò si chiama Leopoldo II. Costui, divenuto sovrano alla morte del padre, di cui era smisuratamente più ambizioso, riuscì ad accaparrarsi il Congo con un’operazione di alta diplomazia. Essendo il sovrano di un piccolo e giovane Paese, non avrebbe potuto inserirsi a pieno titolo nella grande epopea coloniale del periodo. Perciò il sovrano belga inventò un’operazione filantropica. Un autentico capolavoro diplomatico.
L’”Association Internationale du Congo” era nata con l’obiettivo dichiarato di aiutare gli abitanti di quel territorio senza confini definiti, attraversato dal fiume Congo, infestato dai ricettatori di avorio e per gran parte ancora inesplorato. Il Congo, in qualità di nazione, nacque il primo giugno 1885 con una denominazione meravigliosa di Stato libero. In realtà, non appena la comunità internazionale diede la sua approvazione, Leopoldo II cominciò a esercitare la propria sovranità personalmente su quel territorio in cui, peraltro, mai si recò.
L’aspetto incredibile di questa storia è che, per anni e anni, il Congo fu una colonia del sovrano e non dello Stato belga. Anche se si chiamava Stato Libero. Solo nel 1908 Leopoldo II fu costretto a cedere il Congo al suo Paese, il Belgio. Si sarebbe chiamato Congo belga fino al 1960. Il resto è storia recente, di indipendenza presunta e dittature, di sangue e merda, di Mobutu e Kabila.
L’Africa, per noi europei, è sempre stato un Continente da depredare. I suoi abitanti venivano uccisi oppure schiavizzati, imbarcati nelle navi negriere e trasportati in luoghi lontani, come merce qualunque. I nostri commercianti di avorio campavano sterminando i loro elefanti; i nostri missionari cattolici imponevano, insieme alle usanze della propria religione, l’autorità del potere temporale dei rispettivi sovrani.
Abbiamo sopraffatto popoli, invaso le loro terre, imposto la nostra cultura, sfruttato le loro risorse. Abbiamo persino autorizzato il Belgio a colonizzare il Congo. Come se Malta avesse chiesto di colonizzare la Russia.
Non è il caso di lamentarsi troppo.
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