Ci sono momenti che ti rimangono nella memoria, indelebili. L’elezione di un papa polacco te lo ricordi. Soprattutto se è la prima volta che accade. Nel senso che, per lungo tempo eravamo abituati al papa italiano. Quindi, il 16 ottobre del 1978, dopo i trentatré giorni di pontificato di Papa Luciani ecco che appare questo strano signore molto giovane che, in uno italiano pasticciato, dice “Se sbaglio mi corigete”. Karol Józef Wojtyła diventa Papa a 58 anni. Praticamente un ragazzino. Era stato un anno difficile, complicato. L’anno del sequestro e dell’omicidio di Moro, l’anno in cui vengono uccisi a Milano da dei fascisti Fausto e Iaio, due ragazzi di appena diciotto anni, il 1978 è l’anno in cui si dimette un presidente della Repubblica, Giovanni Leone e viene eletto il presidente più amato della storia della Repubblica, Sandro Pertini. Ed è anche l’anno dei tre papi. Che non capita sovente. Anzi. Un anno complesso che dopo Giovanni Paolo I lascia lo spazio all’uomo che governerà la chiesa cattolica per moltissimi anni: ventisette. Morirà, infatti, il 2 aprile del 2005. Che pontificato ha costruito Karol Wojtyla? Difficile dirlo: ha camminato tra le macerie comuniste, tra gli scandali dello IOR e tra i giochi di potere di una chiesa sempre molto chiusa e lontana dalla gente. Sinceramente – e lo dico con molta tranquillità – è stato un pontefice che non mi ha mai entusiasmato. Un uomo molto organizzato e costruito, senza troppa passione. Ecco, il suo sguardo, le sue parole non hanno prodotto la naturalezza dei gesti. E la chimica non ha funzionato. Succede.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Salvate i fantasmi di San Sebastiano (di Cosimo Filigheddu)
Guarirà (di Francesco Giorgioni)
Perché volete dargli l’Italia? (di Cosimo Filigheddu)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Emma Marrone: la bellezza per la vita. (di Giampaolo Cassitta)
La sostenibile leggerezza di Mahmood e i porti aperti di Sanremo (dal divano di Giampaolo Cassitta)
La rivoluzione musicale di Claudio Baglioni. (dal divano di Giampaolo Cassitta)
Per limonare come vi organizzate? Ecco perché Sanremo è importante (dal divano di Giampaolo Cassitta)
La risorsa aurifera dell’idiozia (di Mimmia Fresu)
Viaggio A/R poltrona-poltrona via Pacifico (di Roberta Pietrasanta)
A quanto dolore altrui corrisponde un posto di lavoro in Sardegna? (Di Mimmia Fresu)
Ai furbi l’immigrato irregolare conviene due volte (di Mimmia Fresu)
Provaci ancora, Michele (di Maurizio Concas)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.827 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design