Nel 1972, il 7 e l’8 maggio, l’Italia si presenta al voto per rinnovare il Parlamento. Per la prima volta nella storia repubblicana si tratta di elezioni anticipate di circa un anno perché il governo (ed era il primo) guidato da Giulio Andreotti non ottiene la fiducia delle camere e il presidente Leone decide di restituire la parola agli italiani. Siamo in un periodo complicato: è passato poco tempo dalla strage della Banca dell’Agricoltura di Milano (solo quattro anni) e siamo in piena strategia della tensione. A guidare i democristiani c’è Arnaldo Forlani, il PCI vede un sassarese appena eletto segretario, Enrico Berlinguer e il segretario del Partito socialista è Giacomo Mancini. Dall’altra parte ci sono Giorgio Almirante con il suo movimento sociale, il Psiup e anche il gruppo del manifesto fuoriuscito dal PCI. Si vota con un sistema proporzionale “puro” alla Camera, mentre al Senato si vota su base regionale. Anche i piccoli partiti possono avere il famoso “diritto di tribuna” e approdare in Parlamento. Come finiscono quelle elezioni? La DC ottiene il 38,7%, il PCI il 27.1, il PSI il 9,6 e il Movimento sociale di Almirante raggiunge, unendo i monarchici, un buon 8,7%. Molti falliscono e non riescono ad arrivare in Parlamento come il Manifesto e il Psiup. Erano altri tempi, direte voi. Certo e le crisi di governo erano frequenti. Dopo le elezioni, il 16 maggio del 1972 veniva dato l’incarico ancora ad Andreotti che il 26 giugno varava il suo secondo governo. In poco più di un mese DC, PSDI e PLI si misero d’accordo. Questa però era la prima Repubblica ed è diventata storia dopo 46 anni. Oggi, più che a varare governi si pensa a scrivere la storia. Altri tempi. Certo. E altri personaggi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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