Chiedetelo in giro cosa significa ”maracanazo“, ma non fatelo tra le strade del Brasile, vicino al Maracanà. Troverete gente che nel 1950 era grande abbastanza; la vedrete storcere il naso e girarsi verso l’altra parte. Perché il 16 luglio 1950 maturò dentro uno stadio stracolmo con una presenza di oltre 190.000 persone la più grande “saudade” di tutti i tempi: la sconfitta delle sconfitte di un Brasile (si parla di calcio, ovviamente) destinato a vincere la sua prima coppa del mondo e beffato in una partita stregata dall’Uruguay. Fu un mondiale strano, disputato dopo la guerra con le favorite (tra cui l’Italia) subito eliminate. L’unico mondiale senza una finale secca, con un girone dove vinceva il titolo chi arrivava primo. nel girone finale c’erano Brasile, Uruguay Svezia e Spagna. All’ultima partita, quella decisiva, al Brasile bastava un pareggio (aveva quattro punti) e sarebbero divenuti campioni del mondo per la prima volta. l’Uruguay poteva solo vincere. (aveva tre punti e un pareggio non sarebbe bastato per la differenza reti). E quella squadra, dove giocava Schiaffino che segnò il gol del momentaneo pareggio, vinse per 2 a 1. I giornali da settimane avevano dato la vittoria del Brasile per certa, la torcida girava tra i vicoli di Rio. Fu una sconfitta terribile. Perdere in casa un mondiale dove erano super favoriti.
Cercarono la rivincita, nonostante chi visse quella tragedia del 1950 avesse come un presentimento: nel 2014 il Brasile giocava ancora in casa, da super favorito. E perse, malamente la semifinale per 7 a 1 contro la Germania che, successivamente, si sarebbe laureata per la quarta volta campione del mondo. Chiedetelo in giro cosa significa il “maracanazo” e aspettatevi solo lacrime ed un’infinita saudade.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design