Siamo nati dentro le storie. Ci attorcigliamo di parole e di leggende. Le raccontiamo e le tramandiamo per sopravvivere all’oblio. Però, poi, abbandoniamo i luoghi dei nostri antenati convinti come siamo che ci siano luoghi migliori. Nessuno ha voglia di vivere ad Alalè, nessuno ha voglia di guardare quei campi e quei colori tipici della Barbagia. Nessuno ricorda che quel nome, Alalè, deriva dal verbo greco Alazazo che sginifica “alzo un grido di guerra” e nel tempo diventanto Ollolai. Nessuno ha voglia di scommettere su Ollolai. Un paese silenzioso, dove il calo demografico è ormai terribilmente in discesa: erano 2283 nel 1951, scesero sotto i 2000 in meno di vent’anni. Nel 2011 erano 1373. Oggi, molti di meno. Nessuno ci scommetterebbe un cent, come si diceva una volta per questo paese che affonda le radici sul monte di Santu Basili nel 4000 a.C., agli albori del mondo. Nessuno vuole scommettere sulle zone interne, nessuno ha la voglia di guardare la terra dalla parte delle radici. Nessuno ha necessità di raccontare storie. Però, poi, questa storia la possiamo e dobbiamo raccontare. Perchè parla di un signore di 64 anni, Vito Casula, che offre un euro al sindaco del paese di Ollolai, Efisio Arbau. Con quell’euro il sindaco gli vende una casa. Certo, da ristrutturare, ma il singor Casula è felice di scommettere su Ollolai, sulla barbagia verde, sulla storia che passa tra il paganesimo e il Cristianesimo che si rivolse, per converitire gli abitanti della zona al buon capo dei barbaricini Ospitone. Questo racconta la leggenda ma Ospitone è un nome che va benissimo di questi tempi. Il signor Vito Casula è, dunque, a suo modo e forse suo malgrado, un personaggio che tiene viva la voglia di esserci, di continuare a mantenere viva la memoria di luoghi che molti giovani non riescono ad apprezzare. Dovremmo provare ad andare a visitare i paesi della nostra terra e provare a scommetterci come ha fatto Vito Casula. E’ bello giungerci e trovare il gusto di osservare, con passi tardi e lenti di petrarchiana memoria. E’ bello pensare che ci saranno tanti Vito Casula disposti a scommettere sui nostri paese, sulla nostra terra, sulla nostra gente.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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