Atahualpa sapeva bene, a differenza di Montezuma, che gli spagnoli non erano dei. Le sue spie gli avevano riferito che quegli strani uomini bardati e barbuti che avevano conquistato le coste e le pianure, armati di bastoni che sputavano fuoco e strani animali galoppanti, non erano così diversi dagli uomini normali e, per quanto potenti, non erano invincibili. Tranquillizzato da queste relazioni, Atahualpa, impegnato in una lunga e fratricida guerra civile e non ancora insediato stabilmente sul trono, decise di aspettare in mezzo alle montagne il contingente spagnolo guidato da Pizarro, senza attaccarlo, forse per la curiosità di vedere questi strani uomini. Al sicuro, in mezzo ai monti, con 80 mila uomini, Atahualpa ricevette con tutti gli onori l’avanguardia di Pizarro, con meno di 200 uomini e con alcuni cavalli. Il luogo del convegno era stato stabilito nell’abitato di Cajamarca, e lo sdegnoso e fiero Atahualpa, in segno di pace e di fiducia, si presentò circondato da una corte di alcune migliaia di persone disarmate. Fu così che il frate Valverde, durante i colloqui, intimò al ricchissimo sovrano inca di convertirsi alla legge del Signore e, naturalmente, del Re di Spagna. Sdegnato per l’affronto Atahualpa prese la Bibbia, senza capire di cosa si trattasse, e la gettò per terra. Valverde raccontò tutto a Pizarro. Era il pretesto per l’arresto. Tutto si svolse in poche ore: i soldati spagnoli armati di spade in ferro e archibugi attaccarono di sorpresa gli indios disarmati, caricandoli con i cavalli. Fu una carneficina. Morirono, riportano le fonti, circa 5000 indigeni. Atahualpa fu tratto in arresto. Per riscattarsi, avendo notato l’avidità degli europei, Atahualpa offerse di riempire una sala di oro e di argento. Cosa che puntualmente fu fatta, sorprendendo per l’enorme ricchezza in potere al sovrano. Purtroppo quelle immense ricchezze non lo salvarono dalla condanna a morte. Gli spagnoli, in esiguo numero rispetto agli indigeni, avevano imparato che per fiaccare il morale dei nemici amerindi occorreva distruggere l’immagine del loro sovrano, una sorta di Dio in terra. Prima dell’esecuzione gli spagnoli proposero al sovrano Inca di convertirsi, in cambio di una morte meno cruenta. Atahualpa accettò di farsi battezzare, per evitare l’atroce tortura di essere arso vivo.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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