Il 15 aprile del 2019, nel tardo pomeriggio, i telegiornali di tutto il mondo lanciarono una notizia che incollò molte persone davanti al televisore o alle news in tempo reale sui cellulari e tablet: Notre-Dame, a Parigi, bruciava. Con lei bruciava la storia, la “grandeur”, la ville lumiere, l’ile de France, i poeti maledetti, Quasimodo, Esmeralda, Febo, Victor, Modigliani, Picasso. Tutto, in un attimo , spariva in quell’incendio che alle 18:53 scoppiava nel sottotetto progettato dall’architetto Violet-le Duc e composto da 500 tonnellate di legno e 250 tonnellate di piombo. La visitai per la prima volta nel 1989 e le altre tre volte che ritornai a Parigi ci ripassai sempre con molta felicità. Notre-Dame è qualcosa di magico, la costruzione gotica più famosa al mondo, restaurata per la prima volta da Luigi XIV. Tutti i re di Francia passarono per la cattedrale insieme a regine come Maria Stuarda ed Elisabetta di Valois; furono celebrati molti matrimoni come quello tra l’imperatore Napoleone III e Eugenia de Montijo. Ci passò, per l’ultimo saluto, il corpo di Charles De Gaulle e la cattedrale, nei secoli, fu teatro di tutti i cambiamenti di una Francia divisa tra monarchia e rivoluzione. Il suo interno alto e scuro ricorda tutti i passaggi laici e religiosi: un mito incredibile tra storia e leggenda, tra forza e ragione, tra realtà e finzione. E quando salite tra le guglie vi appare, come d’incanto, il tristissimo Quasimodo. Vi voltate per capire dove è nascosta Esmeralda. Ho anche notato, nei giorni opachi di pioggia, raggirarsi tra le viuzze dell’Ile de France anche un signore con barba e sorriso intrigante. E’ Umberto Eco che va a salutare il suo grande amico Victor Hugo. Parigi, più che una messa vale un viaggio e Notre-Dame è una meta obbligata.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design