I cinesi ce li hanno, i soldi. E molti. E ora tocca a loro, spenderli e decidere cosa comprarsi in giro per il mondo. Prima eravamo noi italiani il “Centro”, come diceva Wallerstein: Veneziani, Fiorentini, Pisani, Genovesi. Poi la palla passò all’Olanda, quindi a Londra, poi, nel dopoguerra a New York e ora ai Cinesi, a quanto pare. Loro il Centro e noi periferia, ora.
E in periferia si compra meglio, come è noto. Io nel Maghreb ci ho sempre comprato bene: 3 servizi da tavola ci ho comprato, a Jerba, dove il blu dei piatti in ceramica fa a gara col blu del cielo e quello del mare. E vincono i piatti…
In periferia si compra meglio e ora non è solo Jerba la periferia, ma anche Milano e dentro Milano un’azienda che ha 142 anni di storia industriale, produttiva, sindacale, lavorativa,una storia di intelligenze tecniche, relazionali e finanziarie, dunque. Mica stiamo parlando di zio Elvio, quello che produce lavanda tanto caro a Peppedda. Con tutto rispetto parlando per zio Elvio e per le sue capacità imprenditive…
Stiamo parlano di Pirelli, non di zio Elvio. Com’è noto, oltre ad aver prodotto materiale che ha stimolato l’immaginazione sessuale di 1/4 di italiani e, nel contempo, ci aggiornava sull’odierna data e mese, Pirelli è stata leader ed è il quinto operatore mondiale nel settore degli pneumatici in termini di fatturato; ha una presenza industriale in giro per il mondo in 13 paesi, 19 stabilimenti e una presenza commerciale in oltre 160 paesi. Un gigante, insomma.
Ora i cinesi se la comprano, Pirelli. Se la comprano con 7 miliardi di euro, che per loro sono spiccioli e per noi sono quasi lo 0,5% del nostro pil, lasciando lì per 5 anni il management italiano e quel genio di Tronchetti Provera che ha già potuto far assaporare a tutti i compatrioti cosa vuol dire applicarsi per il proprio paese gestendo quello che era un gioiello della telefonia italiana come Telecom Italia. “Vendere per crescere”, pare sia il motto di Marco, anche se non si capisce bene chi è destinato a crescere, se il piano macro (l’intero paese) o quello micro degli interessi altri.
Comunque se la vendono in un weekend, prima che la borsa riapra lunedì. E forse, dopo 100 anni di quotazioni in Borsa Milanese, Pirelli starà fuori per poi riapparire con iI 長衫|长衫, l’abito tradizionale cinese, il changshan. Che è bellissimo, detto tra noi.
Il problema è che non è solo Pirelli, ma anche Parmalat, Edison, Bulgari, Valentino, Alitalia, Ansaldo Sts, Rinascente, Coin ad aver cambiato padrone. E quando il padrone è cinese vedi anche che gli yan sono dentro il 2% di Enel, Eni, Fca, Saipem, Mediobanca, Generali, Telecom, Prysmian, il 35% di Cdp Reti (vedi Terna e Snam), il 40% di Ansaldo Energia, e mi fermo qui che non ne ho più voglia … perché ci sarebbero da raccontare i casi della chimica, auto, aviazione civile, o dell’informatica e l’elettromeccanica…
Non ne ho più voglia, e ho la nausea, perché ormai ci si è arresi a questa faccenda del capitale straniero salvifico per le italiche sorti. E nessuno si rende conto che non avere più un tessuto industriale serio e controllato in casa non fa altro che renderci una sorta di colonia subordinata alle esigenze e alle priorità dei padroni di turno. E ciò significherà che qualcun altro potrà decidere in merito a occupazione, condizioni di lavoro, retribuzioni, cosa produrre, quali prezzi produrre, quanto e come inquinare, quando e come andarsene avendo inquinato. E non mancano i casi concreti per raccontare il profilo futuro, che non è un orizzonte sereno, il nostro…
E’ il mercato, Bellezza, mi dirà qualcuno… Ma il mercato senza controllo, il mercato senza politica, senza idea di una politica industriale del nostro paese, è solo money.. E solo con i money non si va lontano né si diventa belli, solo un po’ piu’ illusi e molto più servi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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