La mattina del 14 gennaio del 2008 il macchinista di un treno merci che procedeva nella bruma padana a passo d’uomo, notò uno strano fagotto a lato dei binari. Si trattava del corpo senza vita di un pensionato, Luciano Bertoni, di 65 anni. Dopo gli accertamenti di rito, gli investigatori riuscirono a risalire all’identità dell’anziano e a ricostruire le dinamiche dei fatti. L’uomo si era messo in marcia, la sera prima, nel sentiero lungo i binari, dopo aver lasciato la sua Fiat Punto nella stazione di Rovato ed era stato travolto da un treno a due chilometri da Lodetto. La compagna ucraina, rientrata da un viaggio nel suo paese, non trovando l’uomo in casa e ritenendo anomala la scomparsa, aveva avvisato le autorità. Nulla si sa delle motivazioni dell’anziano uomo di quella strana camminata lungo i binari della ferrovia. E poco si sapeva della vita presente dell’uomo, se non che amasse giocare a bocce. Tuttavia riemergevano dal passato dell’anziano ricordi di gloria e di stadi affollati. L’urlo dei tifosi e le imprese sportive dello sfortunato, infatti, riemersero in quel triste frangente. Luciano Bertoni, infatti, era stato un calciatore professionista, portiere anche di importanti squadre di serie A, B, e C, tra cui il Brescia e il Parma, dove aveva lasciato ottimi ricordi per le sue parate e la sua professionalità. Ho trovato incredibilmente triste, lo dico come manifestazione intimista di uno stato d’animo proprio, l’accostamento tra un passato popolato da ricordi acclamanti, da stadi colorati di erba verde e maglie sgargianti di eroici gladiatori, il saluto della folla alla luce pomeridiana di una giornata fredda ma assolata di gennaio, e l’idea di un uomo anziano che, in una notte di un gennaio fattosi improvvisamente umido e ventoso, si incammina, solo, lungo i binari della ferrovia avvolto nel suo grigio cappotto.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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