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L’amore è quella strana alchimia che può fare incontrare strade apparentemente diverse e lontane, quella cosa che mischia il lago con il mare e il fuoco con il ghiaccio. Poi, chissà se funziona. Questo ha pensato Valentino che divenne il simbolo degli innamorati e, più stupidamente in epoca moderna, un dispensatore di cuoricini molto “pagani”. Valentino, martire cristiano era uomo che credeva nell’amore universale, quello che sapeva conciliare l’impossibile e per colpa di questa sua voglia di apprezzare l’amore (oggi si chiamerebbe inclusione, ma nel 273 dopo Cristo era un’eresia) celebrò il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano. La leggenda racconta che questa cerimonia avvenne in fretta, anche perché la giovane non stava molto bene. I due sposi morirono, insieme, uccisi da chi non era d’accordo sull’unione e la tragedia si chiuse con il martirio del celebrante: Valentino morì insieme agli innamorati. Due persone diverse e di diversa religione unite in matrimonio da chi non avrebbe dovuto mai celebrarlo. Lo fece perché non si pose domande difficili, lo fece perché capì quanto era semplice sorridere a due cuori agitati e passionevoli. Uno credeva in Dio l’altro in Zeus ma, entrambi, camminavano dentro l’alchimia bellissima dell’amore. Oggi tutto è diventato tutto più plastificato: dai cioccolatini al cuoricino, dalla collanina al selfie con il quale si giura amore eterno, finché dura. La scelta di Valentino martire (che poi divenne santo e credo per dei miracoli legati all’amore) era molto semplice e poco seguita nel corso dei secoli: l’amore non ha padroni e non conosce religioni, non ama i colori con non si miscelano e non staziona nei meandri dell’ipocrisia. Valentino ha disegnato la strada: amatevi per il gusto e la bellezza di farlo. E non è poco. Poi Dio – qualunque Dio – aggiusta tutto. Parola di San Valentino.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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