Vorrei suonare come gli Area / Il gruppo italiano / Ma i pezzi sono molto difficili / Di questo gruppo italiano / Non sono capace / Di suonare i pezzi degli Area / Perché sono dei brani impossibili / Le canzoni degli Area (Come gli Area – Elio e le storie tese)
C’è stato un tempo, in Italia, in cui la musica era una continua ricerca a tutto tondo. Architetture sonore estremamente complesse e testi coraggiosi totalmente privi di ipocrisia, schietti, spesso poetici, frettolosamente liquidati come politicizzati e perciò scartati a priori ed etichettati come roba da comunisti e fricchettoni. In realtà, gli Area erano qualcosa di più di una semplice rock band. E questo grazie soprattutto a quello che la Pfm, anni dopo la sua scomparsa, avrebbe salutato in musica come “maestro della voce”.
Demetrio Stratos aveva in sé il germe della multiculturalità. Nato da genitori greci ad Alessandria d’Egitto, studiò al Conservatorio prima di essere mandato dai genitori a Cipro, dove l’orizzonte tra Oriente e Occidente ha contorni sfumati e le note e le culture si abbracciano e si confondono. Approdò in una Milano non ancora da bere nel 1962. Aveva diciassette anni e la musica nel sangue. Dopo l’esperienza con i Ribelli, nel 1972 diede vita al progetto Area, in cui scatenò la sua passione per la sperimentazione vocale. La voce di Stratos era uno strumento a tutti gli effetti ma le sue potenzialità erano tutte da scoprire. La sua voce possedeva la straordinaria dote di emettere suoni multipli.
So che se fossi pazzo e dopo internato approfitterei di un momento di lucidità / Lasciate il mio delirio mio unico martirio che faccia fuori meglio un dottore, si un dottore / Credo ci guadagnerei come gli agitati in cella finalmente, lasciato in pace tutto tace (Hommage a Violette Nozières – Area)
Violette Nozières era una donna francese che, negli Anni Trenta, appena diciassettenne, fu arrestata per aver avvelenato i genitori somministrando loro sonnifero e causando la morte del padre. Sostenne di aver agito in quel modo per i continui abusi sessuali subiti dal padre e l’indifferenza dimostrata dalla madre. La musica degli Area e l’inconfondibile voce di Demetrio Stratos non erano astrusi e innocui giochi di fantasia, buoni per accompagnare melodie con rime baciate. C’era qualcosa di molto più profondo e ardito, qualcosa che andava ben oltre la semplice ricerca di sonorità progressive. C’era la commistione musicale tra Oriente e Occidente e anche una forte aderenza alle dinamiche sociali.
Nel 1979 Demetrio Stratos si ammalò di anemia aplastica. Aveva 34 anni. Il 13 giugno dell’anno successivo chiuse gli occhi per sempre, a ventiquattro ore dal grande concerto organizzato dai suoi amici per raccogliere fondi per la sua degenza in un costoso ospedale americano.
Canto per te che mi vieni a sentire / suono per te che non mi vuoi capire / rido per te che non sai sognare / suono per te che non mi vuoi capire/ Nei tuoi occhi c’è una luce che riscalda la mia mente / con il suono delle dita si combatte una battaglia / che ci porta sulle strada della gente che sa amare / Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia / che ti spara sulla faccia ciò che penso della vita / Con il suono delle dita si combatte una battaglia che ci porta sulle strade della gente che sa amare. (Gioia e rivoluzione – Area)
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