13 settembre 1982. Anche qui una principessa muore a seguito di un incidente stradale. Anche qui la velocità rincorre il destino, appiana le montagne, ricostruisce gli assetti dei ceti costruiti dagli uomini. Anche qui tutto diventa terribilmente semplice. E umano. Anche ciò che gli uomini, con le loro strane invenzioni, avevano deciso che non lo fosse. La principessa americana che da attrice divenne donna regale, il 13 settembre 1982, a seguito di un incidente stradale, perde la vita. Si chiamava Grace Patricia Kelly, divenne Principessa Grace o, con un certo glamour, Grace di Monaco. Visse la sua vita come in una favola. Dopo che nel 1955, a soli 26 anni, vinse l’oscar come migliore attrice protagonista con il film “la ragazza di campagna”, abbandonò le scene cinematografiche per calcare quelle della regalità. Sposò, nel 1956, il principe Ranieri III di Monaco e costruì una piccola leggenda. Era quello che la moderna principessa doveva essere: bellissima, regale, dolcissima, amata, solare. Con le bizze di una principessa e con la voglia di apparire di una principessa. Quel giorno scelse di guidare lei l’automobile perché doveva recarsi a Parigi per una serata di gala. C’era un vestito, stirato ovviamente dalla sua governante, che doveva arrivare senza nessuna piega. Perciò lo depose sui sedili posteriori. Davanti lei alla guida e sua figlia Stéphanie che riuscì a salvarsi. Fu una questione di curve, forse un malore, forse un destino che bussò alla porta della principessa alla soglia dei suoi 53 anni. Forse. Chissà. Vallo a capire chi scrive i libri delle donne e degli uomini. Quel mondo ovattato, incantato, dove tutto è possibile, improvvisamente s’infranse e dimostrò che non tutto, invero, è possibile. O, meglio, dimostrò che anche la morte bussa nelle pieghe delle fiabe. Non invecchiò Grace Kelly, come non invecchiò Diana Spencer. Questo, forse, il gioco sottile del disegnatore di storie: non sarebbe mai riuscito a dipingerle vecchie. Le favole pretendono sempre principesse bellissime e sorridenti. E le fiabe, si sa, piacciono sempre a tutti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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