Il 13 aprile del 1998 finiva in un tragico schianto alle Hawaii la vita di Patrick De Gayardon, uno tra i più spericolati e creativi atleti dello sport moderno. Patrick aveva 38 anni e le sue imprese, in quegli anni novanta, lo avevano reso celebre, promuovendolo a testimonial di una prestigiosa azienda di orologi, la Sector, e in definitiva in un volto televisivo riconosciuto dal grande pubblico. Quale disciplina praticava, Patrick de Gayardon? Tutte quelle in cui l’uomo rinnovava il sogno di Icaro, sfidando la gravità e beandosi di quei pochi istanti di volo prima della inevitabile apertura del paracadute e dell’impatto con suolo. De Gayardon nacque come paracadutista sportivo, ma poi inventò nuovi modi di volare. Col base jump, cioè precipitando da ponti, palazzi, crepacci, cascate e coni di vulcani spenti: in Venezuela saltò da una cascata alta 979 metri, in Messico centrò la ridotta apertura di un canyon naturale profondo meno poco meno di 400 metri. Col normale paracadute si lasciava cadere senza respiratore da altitudini superiori ai 10 mila metri, come fece a Bordeaux e a Mosca. Poi venne il tempo dello skysurfing, una specie di stile libero ad alta quota: Patrick si legava una tavola ai piedi e durante la caduta eseguiva piroette e altre figure. La consacrazione arrivò con la tuta alare. In alcune immagini d’archivio, tra cui quella di Paris Match pubblicata in questo post, Patrick ha ormai assunto l’appellativo di Birdman, l’uomo-uccello. Conciato come un pipistrello riesce nella clamorosa impresa di rientrare nell’aereo dal quale si era lanciato, dimostrando di poter in qualche misura calibrare le sue planate. Quando l’uomo-uccello ci lascia le penne, quel 13 aprile di 18 anni fa, sta sperimentando sui cieli delle Hawaii un’ulteriore evoluzione della sua tuta, modifica che gli risulterà fatale inceppando il meccanismo di apertura del paracadute. A Patrick de Gayardon va ancora oggi tutta l’ammirazione di chi scrive, tormentato dalle vertigini anche quando si sporge dalla finestra al pianterreno.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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