Ho fermato l’auto su una piazzola della circonvallazione e ho chiamato il 113, spiegando loro dove mi trovavo. Ho biascicato poche parole incomprensibili. Quando ho visto l’auto della polizia comparire in fondo alla strada, lanciata a tutta velocità, ho iniziato a sbracciarmi per segnalare la mia presenza. Dall’auto sono scesi due agenti: “Sta bene? Come possiamo aiutarla?” Ho spalancato lo sportello lato passeggero e ne è uscito un bambino, gli occhi gli brillavano. “Sapete – ho spiegato ai poliziotti – è da tanto tempo che mio nipote Mattia sogna di fare un giro sulla brum brum della polizia. Ha solo cinque anni!” “Lei ci ha chiamato solo per questo?” “No, anche per chiedervi se potete tenere accese le sirene, fingere un inseguimento e arrestare qualcuno, mentre Mattia è in auto con voi. Ha solo cinque anni!” Adesso sono in cella di sicurezza, trattenuto per procurato allarme. Ma Mattia è felicissimo: in commissariato ci è venuto sull’auto della polizia a sirene spiegate e ha visto pure ammanettare un uomo, come aveva sempre sognato.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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