C’e sempre un infinito mistero intorno ai sequestri di persona in Sardegna che, per fortuna e grazie alle nuove tecnologie (benedetti i telefoni cellulari, almeno in questo caso) sono completamente spariti. Un sequestro non è un’operazione semplice. Occorre preparazione, determinazione e molto pelo sullo stomaco. Un sequestro non si improvvisa e difficilmente si sbaglia ostaggio perché i basisti hanno sempre le idee molto chiare e sanno bene chi sequestrare. Insomma, si sequestrava perché si doveva ottenere un riscatto e quel riscatto si otteneva solo se l’ostaggio veniva trattato “bene”. Il sequestrato rendeva più di un gregge e, soprattutto, non belava. Era semplice nasconderlo ed era difficile per le forze dell’ordine scovare i banditi in un territorio difficile come l’interno della Sardegna. Il 12 febbraio del 1997 viene rapita una donna: Silvia Melis. Quel sequestro dura moltissimo: esattamente 265 giorni. Il problema di quel sequestro – che innescherà una serie infinita di altre storie – è il pagamento del riscatto che la famiglia inizialmente sostiene di non aver mai pagato mentre, l’imprenditore Nicola Grauso affermerà, in un’intervista al Corriere della Sera, di aver consegnato dei soldi ai banditi, soldi della famiglia Melis, per la liberazione di Silvia. In questo strana storia compaiono anche i servizi segreti e l’allora ministro dell’interno Giorgio Napolitano smentirà con forza il coinvolgimento del Sisde. Poi, il padre di Silvia Melis ammetterà il pagamento del riscatto di un miliardo e ammetterò anche di aver messo a disposizione di Grauso un’altra ingente somma. Quello che pareva un sequestro “normale” diventa un caso nazionale con qualcosa di conturbante e terribilmente complesso. A margine del sequestro assisteremo anche al suicidio del giudice Luigi Lombardini, alle accuse ad un direttore del quotidiano Antonangelo Liori e ad una serie di misteri mai spiegati. Il giallo o, più probabilmente il grigio denso della nebbia dentro questa strana storia, non si è mai dipanato. Silvia Melis viene liberata l’11 novembre 1997. Sono passati 19 anni e i sequestri di persona si sono ufficialmente estinti. Questa è una gran bella notizia. Per la verità sui sequestri, invece, tutto è rimandato.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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