Ha un senso, in questo strano mondo il premio Nobel per la pace? L’11 dicembre 1979 una piccola donna originaria dell’Albania viene insignita di questo strano premio che serve a ricordarci che da qualche parte ci sono uomini contro uomini. Quella donna è una suora minuta che ha fondato la congregazione religiosa delle Missionarie della Carità. Quella donna, considerata “giusta” dalla Chiesa Cattolica, sarà prima proclamata Beata da papa Giovanni Paolo secondo e da qualche mese (esattamente il 4 settembre di quest’anno) quella piccola donna è diventata santa. Ricorda, sotto alcuni aspetti il nostro San Francesco, quello strano giullare alla ricerca del sorriso tra gli ultimi, tra i reietti, i lebbrosi, i dimenticati. Madre Teresa ha camminato in luoghi oscuri, a Calcutta, dove non c’è pace per l’anima. Ha assistito in tutta la sua vita i bambini poveri, i moribondi e ha fondato una casa che divenne una comunità per raccogliere chi stava per lasciare questa terra. Ottenne il Nobel per la pace per il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità della persona. Quel premio Nobel fu nobilitato dal gran rifiuto di madre Teresa al banchetto in suo onore e chiese che i 6000 dollari dei fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta: quel soldi sarebbero serviti per sfamare per un anno la sua comunità. Il Premio Nobel per la pace è un atto politico che prova a riscattare le cattiverie e le crudeltà degli uomini che preferiscono uccidersi piuttosto che riconoscersi. Eppure il sangue, come diceva qualcuno, ha sempre lo stesso identico colore. Da qualsiasi parte del mondo. Sarebbe bello che a Stoccolma non venga più assegnato il Nobel per la Pace ma in un mondo dove si litiga anche nel proprio condominio l’impresa è davvero ardua.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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