Ci sono le storie e poi ci sono le leggende. Due nomi evocano la fantasia di americani e italiani: Alcatraz e Asinara. Sono entrambi due isole. La prima, a dire il vero è poco più di uno scoglio soprannominata, appunto, “The Rock” (ovvero la “Roccia”) la seconda è un’isola vera soprannominata ai tempi del carcere duro “La Cajenna italiana”. Alcatraz e l’Asinara sono nate per dimostrare che è impossibile fuggire ma seppure abbiano vissuto con questa “maledizione”, le fughe tentate e alcune riuscite ci sono state. Perchè il carcere, in fondo, è una grande scacchiera dove i pedoni si muovono per nascondere le mosse dei pezzi più pregiati e nelle galere come ad Alcatraz e all’Asinara i cattivi, quelli veri, provarono in tutti i modi la fuga. Alcatraz venne inaugurato, come carcere federale l’11 agosto del 1934. Ebbe una vita piuttosto breve rispetto all’Asinara (chiuso dopo cent’anni) e venne definitivamente chiuso il 21 marzo 1963 per gli elevati costi della gestione. Più o meno per le stesse motivazioni (seppure mai ufficialmente svelate e ben nascoste dall’apertura del parco nazionale) portarono alla dismissione sicuramente frettolosa dell’Asinara. Ad Alcatraz, se ci passate, potete visitare la vecchia fortezza: tutto è rimasto intatto come quando c’era il carcere. Gli americani sanno fare “business”. All’Asinara c’è, come dire, un altro tipo di management legato anche al bellissimo parco nazionale. Però sia da Alcatraz che dall’Asinara si riuscì a fuggire. Dalla fortezza americana, a dire il vero, vi riuscirono in molti anche se con scarsissimi risultati e la fuga che, probabilmente fece propendere la bilancia per la chiusura, fu quella di Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin, che l’11 giugno 1962 riuscirono ad uscire dalle loro celle, attraverso l’impianto di ventilazione (lasciando dei manichini da loro costruiti sulle brande) e probabilmente raggiunsero San Francisco (guardatevi il bellissimo “Fuga da Alcatraz”). All’Asinara l’unica fuga riuscita fu quella di Matteo Boe che, insieme al suo complice Duras, lasciarono l’isola il 2 settembre 1986 aiutati dalla moglie di Boe che li attendeva, a largo di cala tappo, con un canotto. Duras fu ripreso la notte di capodanno dello stesso anno. Boe qualche anno dopo, in Corsica. Tutto il resto è leggenda. (forse)
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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