C’era una volta un re e quasi sempre una principessa che sarebbe divenuta, un giorno, regina. Una volta veniva baciata dal principe, un’altra volta dopo mille peripezie, sarebbe riuscita a fare innamorare quel giovanotto bello e impossibile e tutti, ma proprio tutti, sarebbero vissuti felici e contenti.
Era una giornata di mare il 31 agosto 1997, di quelle calde e ad Alghero sono quelle giornate che si trascorrono in spiaggia. Quel giorno nitido e dolce eravamo andati alla spiaggia della Speranza e giocato tutto il giorno. Miei figli avevano nove anni e come icona Zola del Parma e Monkey Island come gioco al computer. Si giocava a pallone a ai pirati. Non c’erano principi e non c’erano cavalieri che avrebbero salvato donne in pericolo di morte. Tornammo a casa abbastanza affamati. Ricordo che avremmo dovuto friggere le polpette e le patatine. Dopo cena accendemmo la televisione con un occhio annoiato, tipico delle giornate estive. Fu in quel momento che apprendemmo la notizia. La principessa, la bella principessa con il suo nuovo cavaliere si era schiantata sotto un ponte a Parigi, nella città dove si racconta di amore e mai di morte. La principessa, quella principessa triste, quella strana ragazza fragile poco incline al palazzo londinese, poco attenta alla tristezza regale, troppo poco adatta per essere principessa e perfetta, invece, per il ruolo di donna. Lady Diana Spencer. Che muore il 31 agosto 1997 a Parigi in una storia che tutti volevano avvolta nel mistero. Perché le principesse non muoiono in questo modo, anzi, non muoiono affatto. Miei figli continuarono a giocare con la loro isola alla ricerca di un’altra principessa che il protagonista, un apprendista pirata dal nome impossibile, avrebbe dovuto salvare. Chissà se c’è un luogo per raccogliere tutte le principesse salvate nei giochi e nelle fiabe. Forse c’è anche un luogo per le principesse che rifiutarono il bacio regale e provarono a rimanere donne. Chissà.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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