Era uno di quelli che uccidono le donne. La sua l’aveva torturata con una sigaretta accesa e poi l’aveva strangolata. Quel 10 settembre lo hanno fatto salire sulla madama montata nel cortile del carcere di Marsiglia e la lama è scesa per l’ultima volta nella storia di Francia. Elisabeth non è resuscitata e le donne in Francia hanno continuato a essere ammazzate proprio come prima. Quattro anni dopo Mitterand, appena eletto, avrebbe abolito la pena di morte. Non per ricerca di consensi, ma in nome di un principio: che sarebbe una cosa che muove le coscienze dei grandi uomini politici. Pressoché sconosciuta nell’Europa dei giorni nostri.
Già, perché in giorni in cui senti qui e là in Italia rappresentanti politici anche di aree sedicenti progressiste che ti dicono che la legge Merlin ha fatto il suo tempo, che bisogna organizzare la prostituzione, e poi saltano fuori i loro seguaci sui social che dicono che le puttane devono pagare le tasse, in simili giorni ti aspetti di tutto. Anche che, al primo delitto efferato, magari proprio da quelle aree illuminate, salti fuori qualcuno a dire “Io sono contrario alla pena di morte, però in certi casi…”.
Cosa c’entrano le teste mozzate con la prostituzione? Io penso che ipotizzare uno Stato magnaccia, sfruttatore come quelli che si aggirano sotto i lampioni a sorvegliare la merce, uno sporco lenone che succhia soldi a donne che al 99 per cento sono schiave del bisogno e di farabutti che le sottopongono a ogni vessazione, quello Stato della vergogna che la senatrice Merlin riuscì a cancellare non “per abolire la prostituzione”, come purtroppo molti aspiranti legislatori ritengono, ma soprattutto in nome di un principio, ecco io penso che auspicare un simile Stato sia altrettanto aberrante che chiedere la pena di morte. Una delle cose più schifose della politica attuale è quella della rinuncia al proprio ruolo di classe dirigente, di guida, di formatrice di opinioni. In Italia tutte le grandi leggi sono venute dall’alto, spesso contro gli orientamenti più diffusi. A esempio la legge Merlin che abolì le case tolleranze, accolta con malumore dai numerosi mariti insoddisfatti e dagli altrettanto numerosi uomini che alle puttane e alle mogli sottomesse vedono come alternativa soltanto la masturbazione. Ma quella legge ci proiettò con autorevolezza nella moderna cultura occidentale che si stava formando dopo la barbarie delle due guerre. Anche l’abolizione delle attenuanti per il “delitto d’onore” colpì diffuse e radicate convinzioni. Mentre fu invece una brutta sorpresa per la Dc di Fanfani, che voleva abolire il divorzio con un referendum, scoprire che il popolo la pensava diversamente. Cavalcare gli umori della gente, vellicare sensazioni e sentimenti superficiali, è la vergogna della politica da bar che in gran parte ci governa.Un delitto atroce o una via invasa da prostitute offrono ovviamente una percezione distorta della dimensione di un problema. Ed ecco in tutto il Paese i politici che anziché invitare e aiutare il popolo a ragionare, lo spingono a dissennata rabbia o a vergognose prese di posizione. Cavalcano le emozioni, come un tempo facevano soltanto pochi populisti guardati con disprezzo e inevitabilmente condannati all’oblio. Un tempo, dopo uno stupro, sentivi soltanto al Caffè dello Sport qualcuno che diceva “Io a quello prima di ammazzarlo gli taglierei i coglioni”. Ora lo senti a Montecitorio. Un tempo sentivi soltanto al Caffè dello Sport qualcuno che diceva “Quando c’erano i casini non vedevi puttane in strada, c’era più igiene perché ogni mese le controllavano per la sifilide e pagavano le tasse”. Ora lo senti nei più autorevoli dibattiti cittadini.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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