Ho cercato nello stradario di Oniferi per capire se esista una via intestata a Bernardo Brau, ma non l’ho trovata.
Bernardo aveva 17 anni e la sua vita finì il 10 luglio del 1983. Le fucilate dell’assassino ammazzarono lui e il padre Pietro Paolo, che di anni ne aveva 51. Era una domenica, erano all’ovile, li trovò a mezzogiorno Tonina, madre di Bernardo e moglie di Pietro Paolo.
Oniferi contò dieci omicidi, tra il 1982 e il 1987. Tre in un unico agguato, il 23 maggio del 1985, giorno della festa della Madonna della Pace. Non so e non voglio giudicare il sentire di una comunità, ma se è vero che la Storia va coltivata è altrettanto vero che i martiri vanno ricordati.
Bernardo Brau aveva diciassette anni, studiava all’istituto tecnico di Nuoro. Era una creatura con tutta la vita davanti, ma gliela tolsero e noi non sapremo mai cosa Bernardo ne avrebbe fatto. Nella Spoon river dei morti ammazzati in Sardegna, anche lui e suo padre avrebbero diritto alla memoria e a un epitaffio. Magari inciso in una targa incorniciata sul muro di una casa, in una via di Oniferi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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