Dieci gennaio 1983 e 1994, undici anni di distanza, due campi di gioco e lo stesso uomo: Silvio Berlusconi.
I giornali nazionali, in quei giorni del 1983, danno notizia del nuovo assalto della Edilnord del Cavaliere alle coste di Olbia. Il Corriere della Sera riferisce di un incontro al Comune di Olbia, governato dal socialista Mario Cocciu, in cui viene riformulata e ridimensionata la proposta immobiliare di Olbia 2, che da quel momento assume il più suadente nome di Costa Turchese.
Berlusconi propone meno cemento rispetto alla prima stesura del piano e, sostanzialmente, la cementificazione del promontorio di Capo Ceraso: per chi non lo conoscesse, un incantevole tratto di costa tra la più estesa città della Gallura e San Teodoro.
L’assessore regionale all’Urbanistica a quei tempi è un gallurese, si chiama Battista Isoni ed era stato un numero incalcolabile di volte sindaco democristiano di Monti. Non ci gira troppo attorno, Isoni: dichiara pubblicamente che in caso di approvazione del piano avrebbe rassegnato le dimissioni. Una cosa che oggi ci appare inconcepibile, ma allora capitava pure che un politico assumesse queste posizioni così drastiche contro un progetto immobiliare.
In quegli stessi mesi, l’Aga Khan aveva rilanciato il suo Master Plan per il raddoppio della Costa Smeralda, trovano un ostico avversario proprio nel Comune di Arzachena. Il piano da sei milioni di metri cubi venne approvato dalla Regione scavalcando il Comune, il quale fece ricorso al Tar e lo vinse, stoppando le ruspe.
Scuserete se ho un po’ divagato, ma un po’ mi commuove questo ricordo dei politici locali capaci di valutare criticamente e senza condizionamenti una proposta di investimento.
Flashforward, salto in avanti di undici anni.
L’Unità pubblica in prima pagina l’esito di un sondaggio politico sulle intenzioni di voto alle politiche del marzo seguente, indagine commissionata da un istituto milanese e diffusa dal giornalista Enrico Deaglio.
L’Unità è raggiante nel comunicare che la coalizione progressista – la gioiosa macchina da guerra, come la battezzò Occhetto – viene data al quaranta per cento, mentre il neonato partito di Berlusconi sembrerebbe non poter andare oltre il 6 per cento.
Come poi sia finita lo sappiamo tutti.
Forza Italia vinse le elezioni e aprì un lungo periodo di potere berlusconiano.
La sintesi è che Berlusconi l’Italia se l’è presa e politicamente si è preso anche la Sardegna, scegliendo in prima persona i governatori arrivati a villa Devoto sotto le insegne del partito-azienda.
Invece quel tratto di litorale gallurese non è riuscito ad espugnarlo, nonostante amministratori amici e la sua fama da venditore infallibile.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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