Il 1 giugno 1973, i tecnici inviati dal ministero delle Telecomunicazioni recidono con una pinza il cavo di trasmissione che consentiva a Tele Biella di mandare in onda in tutto il Piemonte il suo essenziale palinsesto. A voi sembrerà una cosa da nulla, ma se fate un giro nel web troverete decine di memorie di quel giorno e di quell’intervento coatto dello Stato. Tele Biella, nata dall’iniziativa del registra Rai Peppo Sacchi, è stata infatti la prima televisione a rompere il monopolio della televisione pubblica in Italia. Era il 1971, un decennio prima della TeleMilano che tutti ricordano come il primo passo di Berlusconi verso i canali commerciali. Sugli schermi di TeleBiella fecero la loro apparizione big come Enzo Tortora, il cantautore Bruno Lauzi ed un giovanissimo comico diciottenne, Ezio Greggio. Al ministro Giovanni Gioia la rottura del monopolio Rai però non piacque, benché nessuna norma del codice civile lo vietasse espressamente. Cosicché il Governo emanò un apposito decreto per spegnere TeleBiella, imponendo alla proprietà l’interruzione delle trasmissioni nel maggio del 1973. Ordine cui Sacchi non si adeguò, determinando l’intervento d’imperio del ministero, il 1 giugno. I fatti ebbero conseguenze clamorose, perché il ministro repubblicano Ugo La Malfa si schierò contro la decisione del governo che il suo partito sosteneva, uscendo dalla maggioranza e costringendo alle dimissioni, qualche settimana dopo, il presidente del Consiglio Andreotti. Insomma, la minuscola Tv locale fece cadere un governo e, in seguito, lo sconfisse nelle aule dei tribunali, vedendo sancito il suo diritto a trasmettere liberamente nei decenni successivi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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