1936,27 vi dice qualcosa? Molti giovani non sanno di cosa parliamo ma il primo gennaio del 2002 e, quindi, vent’anni fa, per noi giovani adulti cambiava tutto: spariva la lira ed entrava ufficialmente nelle nostre tasche l’euro. Furono giorni di delirio, gente che ragionava solo con le lire costretta a cambiare valuta per sempre. Tutti avevamo in tasca i convertitori elettronici che regalava chiunque, banche comprese; qualcuno arrotondava nel ragionamento e diceva un euro sono duemila delle vecchie lire. Insomma tutto andò come sempre all’italiana e alcuni commercianti (non tutti, a dire il vero) decisero per una conversione semplice: mille lire per un euro. La pizza che costava seimila lire ce la ritrovammo a sei euro, il caffè da 1.500 lire a un euro. Insomma fu una vera e propria rivoluzione anche mentale dalla quale molti di noi non si risollevarono più. Ci fu, a dire il vero, qualche sterile protesta, la richiesta di utilizzare il doppio importo per un anno, ma la lira molto velocemente scomparve dai banchi dei supermercati e dalle vetrine dei negozi per lasciare strada libera alla nuova moneta. Ci fu, indubbiamente, anche un grande vantaggio: nei paesi europei per la prima volta si ragionava con la stessa moneta e questa, sino ad oggi, è l’unica unità europea palpabile. Nel primo periodo si costituirono gruppo “no euro” che ragionavano solo in Lire e anche adesso, a distanza di anni, si sente qualcuno sottolineare che quel signore guadagna 500.000 euro, ovvero un miliardo di lire e per quelli che hanno conosciuto la lira un miliardo funzionava di più dei miseri 500.000 euro. I ventenni nulla sanno di questa piccola rivoluzione e ragionano esclusivamente in euro. Lo abbiamo imparato nel tempo anche noi seppure, di tanto in tanto, il conto sulle vecchie lire lo facciamo sbagliando: è vero che un caffè oggi costa €1.20 e quindi convertito diventa 2.500 lire ed è vero che nel 2001 il caffè ne costava 1.500 ma sono passati vent’anni e forse, oggi, quel caffè lo pagheremmo, magari, 3.000 lire.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design