Scrivo questa macchina del tempo all’alba, per ricordare un fatto storico che in verità è appena avvenuto. Pochi minuti fa i media americani hanno dato notizia della morte di George Bush senior, che fu presidente repubblicano degli Stati Uniti dal 1988 al 1992. Aveva 94 anni e il suo fu un mandato particolarmente fitto di eventi. Fu testimone privilegiato della fine della Guerra Fredda, dopo quasi mezzo secolo di cortina di ferro e di corsa agli armamenti nucleari che ridussero il pianeta ad una specie di scacchiera disputata tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Vide l’ascesa della glasnost di Gorbachov e la caduta del Muro di Berlino. Ma il petroliere George Bush senior non volle rinunciare al ruolo di “poliziotto del mondo”, tanto caro al predecessore Ronald Reagan e che gli Stati Uniti rivendicavano e subito dopo aprì il fronte bellico nel Golfo Persico, andando a punire il dittatore iracheno Saddam Hussein che si era impadronito del Kuwait. Era l’estate del 1990. Bush perse le successive presidenziali contro il testosteronico Bill Clinton, ma otto anni dopo ebbe la soddisfazione di vedere il figlio George Junior entrare alla Casa bianca. Gli piaceva la Sardegna e circolano diverse foto che lo ritraggono mentre sguazza in costume da bagno nelle acque della Costa Smeralda. Sarà la storia a giudicare meriti e colpe di Bush padre.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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