Il bus è pieno. C’è un solo sedile vuoto, ma è nella parte riservata ai bianchi. Lei è nera e ci si siede ugualmente.
– Devi alzarti da lì, quel posto è per i bianchi! – intima con tono severo l’autista, James Blake. – No! – – Forse non sai leggere, c’è scritto White Only. Sai che significa? – – Sì, ma io non mi alzo. – E quelle parole, seppur pronunciate con educazione, non ammettono alcuna negoziazione: Rosa Parks, contravvenendo alle leggi sulla segregazione razziale, resta seduta dov’è e non si muove.
Siamo nell’Alabama, profondo sud degli Stati Uniti e, in uno scenario di aspre lotte per i diritti civili, una piccola sarta coi piedi dolenti pronuncia il suo nobilissimo “NO” . Uno dei più importanti rifiuti che la storia ricordi. Quel disaccordo, sussurrato con educazione e dignità, da una tizia appartenente ai negroes, innesca una miccia con una potenza devastante. L’autista si ferma, fa intervenire la Polizia e Rosa viene arrestata per condotta impropria e violazione delle regole cittadine. Ha inizio in quel momento una rivoluzione, inimmaginabile fino a poco tempo prima.
La stessa notte in cui Rosa trascorre le sue prime ore in carcere, una cinquantina di leader della comunità afro-americana, capeggiati da Martin Luther King, si incontrano per studiare una strategia d’azione. Il bisogno di ribellarsi è prepotente e nulla ormai può fermare la protesta. L’indomani, a Montgomery, comincia il boicottaggio dei mezzi pubblici, una rimostranza che per 381 giorni ingessa non solo i trasporti pubblici, ma l’intera economia retta dai segregazionisti.
Il 13 novembre 1956 c’è la svolta: la Corte Suprema dichiara incostituzionale la segregazione sui bus degli Stati Uniti.
Rosa Parks, divenuta icona dei diritti civili di una nazione intera, si spegne nel 2005. Dopo aver mostrato al mondo che qualunque discriminazione si può combattere anche con piccoli gesti di vita quotidiana.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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